23 settembre 2006

I Crocevia di Gian Maria Volontè

Grazie per i commenti, le impressioni e le riposte al mio post di benvenuto. E tra citazioni su Seneca di fascinosi lettori, la quanto mai veritiera affermazioni di AG sul girare in tondo a una rotatoria e SP che si trova su un prato in salita (beh, ma ad immaginarsi su un prato è già una cosa che, senza scomodare improvvisate e facili teorie cognitive, è gran meglio che su di una strada….per di più asfaltata) vorrei portarvi l’esempio di un artista che nella vita si è trovato spesso a un crocevia ma che ha sempre scelto, non penso con facilità, la strada del rigore, della dialettica rivoluzionaria tra l’arte e l’esistenza. Un uomo di un talento smisurato che nella società italiana caciarona e opportunista ha sempre rispettato la sua professione di attore come rispetto primario di se stesso uomo. E’ Gian Maria Volontè, un artista di istrionica bravura, spesso considerato fuori fuoco dallo star-system soprattutto per il solo fatto di mettere sempre il suo modo di essere attore al di sopra di tutto. Credibile in ogni ruolo e chissà come mai scomodo in ogni ruolo. Un attore che ha rifiutato hollywood degli anni d’oro e i suoi danari nel nome di una coerenza artistica oggi quanto mai assolutamente fuori moda. Su di lui è uscito recentemente un libro+dvd della BUR a cura di Franco Montini e Piero Spila che ho divorato in una notte insonne. Il libro è ricco di contributi ma colpiscono alcune sue affermazioni come: “…Io sono per la partecipazione critica, e per un rapporto dialettico con la materia complessiva del film, com’è organizzata, vista e raccontata dall’autore. Può darsi che questo in un certo tipo di cinema non accada o accada meno. Comunque, laddove non accada, è un cinema che a me interessa poco” (G.M.Volontè 1979) e ancora:”Io accetto un film o non lo accetto in funzione della mia concezione del cinema. E non si tratta qui di dare una definizione del cinema politico, cui non credo, perché ogni film, ogni spettacolo, è generalmente politico. Il cinema apolitico è un invenzione dei cattivi giornalisti. Io cerco di fare film che dicano qualcosa sui meccanismi di una società come la nostra, che rispondano a una certa ricerca di un brandello di verità. Per me la necessità d’intendere il cinema come un mezzo di comunicazione di massa così come il teatro, la televisione. Essere un attore è una questione di scelta che si pone innanzitutto a livello esistenziale: o si esprimono le strutture conservatrici della società e ci si accontenta di essere un robot nelle mani del potere, oppure ci si rivolge verso le componenti progressiste di questa società per tentare di stabilire un rapporto rivoluzionario tra l’arte e la vita” (G.M.Volontè 1984).
Suggerimento di questo post: proviamo a boicottare l’Isola dei famosi, Pupo, Amadeus e Vespa che sta per arrivare e noleggiamoci (se li troviamo!!!!) qualche film con Volontè come “Porte aperte”, “Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, “Il caso Mattei”, “Una storia semplice”, “La classe operaia non va in paradiso” , “Sacco e Vanzetti”, “Todo modo”, ecc. e poi ne riparliamo.
P.s. ma a proposito, quando ricomincia Buona Domenica?
Max De Aloe

17 settembre 2006

Post di benvenuto

Il primo post di questo blog lo userò per approfondire l’idea di fondo già accennata nella breve presentazione del blog.
Il punto di partenza è l’idea del Crocevia, che è poi il titolo del mio nuovo cd che uscirà nei negozi a fine settembre e di cui potete trovare notizie su www.maxdealoe.it
Il Crocevia, l’incrocio tra due strade, dà l’idea del movimento. Ma è anche un luogo che obbliga una scelta: vado dritto o giro? E giro per dove? Il senso affascinante del dubbio che va risolto velocemente perché in un incrocio non si può sostare. Il Crocevia ci porta a una visione dinamica della vita. La piazza può essere un luogo d’incontro anche più piacevole ma stanziale.
La vita di tutti i giorni e soprattutto quella del fare musica (ma vale per chiunque viva con entusiasmo e passione la propria professione) per me va sempre vissuta come in prossimità di un incrocio. Vado dritto o giro? E giro per dove? Che affascinante porsi questa domanda e poi proseguire o svoltare. Poi a qualche incrocio della vita come della musica sale qualcuno con te per un pezzo del viaggio o per un lunghissimo viaggio (la mia anguilla). Mai come in questo momento e in questo cd la mia musica è arrivata a un crocevia, a un momento di svolta che mi porta a riflettere sempre su nuove cose. E sono io il primo ad affascinarmi.
E nello scrivere in questa domenica di settembre, penso a questo mese che ci regala gli ultimi scampoli di sole e non so perché ma la mente ripesca un’ immagine da una lettera di Enzo Tortora alla figlia Silvia che dice….”Aspetto la cosiddetta aria. La vita carceraria è sempre più rivoltante e alienante, ieri abbiamo firmato tutti un lungo documento e così la Fatina (il direttore del carcere, ndr) è servita. Ti giuro il ribrezzo che mi fa quest’uomo è indicibile. Ai vili ho sempre preferito i nemici chiari. Abbiamo giornate di sole: deve essere un bel settembre, mi raccomando fate qualche gita, il settembre è così dolce…Gaia ha problemi con i libri? E tu? Scrivetemi vi prego, non consideratemi un invalido, non lo sono….ancora.
A te, Gaiola e mamma un fortissimo abbraccio, Papà” –Carcere di Bergamo– 14 settembre 1983
Percui mentre ci avviciniamo ai crocevia non dimentichiamo di goderci "questo settembre così dolce".
E voi siete in questo momento a uno dei tanti vostri crocevia?

Max De Aloe

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