29 dicembre 2008

GIOVANNI SOLLIMA E LA SUA MERAVIGLIOSA CURIOSITA’ CREATIVA

Giovanni Sollima. Un nome che ogni tanto mi riecheggiava nelle orecchie. Sapevo che era un violoncellista, ma non molto di più. Avevo sentito frettolosamente qualche brano tratto da un cd, ma mi era rimasto poco della sua musica. Non era sufficiente a dargli un significato. Così lo scorso 12 dicembre sono andato ad ascoltare il suo concerto “We were trees” al Teatro Condominio di Gallarate anche se con un po’ di timore. Non nego che avevo paura di trovarmi davanti un Giovanni Allevi al violoncello.
Invece sono rimasto assolutamente folgorato dalla sua musica.
Il progetto che presentava lo vedeva accompagnato dai Kaleidoskop Solistenensemble, un gruppo di giovanissimi e preparatissimi musicisti prevalentemente tedeschi. La maggior parte avranno avuto meno di 25 anni. Solo archi, sei violini, due viole, due violoncelli e un contrabbasso, diretti da Julian Kuerti.
Oltre a Sollima, come solista un altro violoncello, quello dell’altrettanto sorprendente Monika Leskovar .
Diverse sono le cose che mi hanno lasciato completamente esterrefatto in questo concerto.
Prima di tutto la capacità compositiva di Sollima che sembra aver veramente trovato un punto di unione non solo di diverse generi musicali, ma soprattutto di culture e arti differenti. Un melting pot che ti travolge e dove è lampante che commistione non fa rima con moda. In Sollima entrare e uscire da un genere all’altro non è mai pretestuoso o forzato come spesso, spessissimo accade. La sua musica ci fa sentire veramente in un terzo millennio musicale dove la grande tradizione della composizione classica si fonde con la musica etnica mentre la ripetitività di alcuni moduli del minimalismo del secolo scorso fanno da spunto a invenzioni che vanno a braccetto con il rock.
Non mancano virtuosismi su melodie arabeggianti per poi far spuntare echi di un pop alla Beatles.
E tutto presentato con sincerità. Mentre ascoltavo Sollima, che se la godeva sul palco con la sua musica, mi era lampante la sua formazione musicale.
Insomma attraverso la sua musica mi sembrava di conoscere questo musicista da sempre. Di rivederlo nella sua cameretta mentre studiava da ragazzino. Da una parte i vinili di Rostropovich e dall’altra i cd di Emerson, Lake e Palmer o dei Traffic. Gli studi classici, la composizione ma anche l’amore per altre musiche. Forse anche molti dissidi interni contro la rigidità del mondo della musica classica che ha comunque frequentato con successo e talento.
Un uomo che nella sua vita avrà sempre avuto curiosità per ogni forma di cultura: dal punk inglese al jazz.
Oltre al lato compositivo mi ha colpito il fatto indubbio che strumentalmente questo musicista è veramente bravo. Non c’è molto da dire. Io per anni mi sono emozionato nell’ascoltare il piglio sicuro del lettone Mischa Maiski, ma senza confronti, che non sono in grado di fare, il nostro Sollima non mi ha fatto avere rimpianti. In lui il virtuosismo non mi è sembrato mai fine a sé stesso. Arriva al pubblico abbandonando la ridondanza, la visione circernse, la noia di chi si suona addosso compiacendosi.
Terzo elemento che mi ha affascinato in questo concerto è il fatto che Sollima prenda di fianco a sé un’altra grande e virtuosa violoncellista, ma non per fare una gara e dimostrare al pubblico quanto sono bravi o addirittura per dimostrare che lei è brava, ma lui di più. L’obiettivo che traspare è solo quello di fare musica per emozionarsi ed emozionare: come Cannombal e Trane nel sestetto di Miles di “kind of blue”.
Quarto e poi basta, altrimenti sembra che Sollima sia mio cugino (anzi in realtà non ho avuto neanche il piacere di conoscerlo – anche perché dopo concerti così le parole sono inutili) è quanto sia capace di trasmettere positività ai giovani musicisti che suonano con lui. C’è concentrazione ma anche sorrisi, qualche risata e un affascinante trasporto. Tutto questo grazie anche all’energia del direttore dell’ensemble. Tutto molto autentico. Raro di questi tempi.
Come sapete non sono un critico musicale, ma solo un musicante che si limita ogni tanto a scrivere le proprie impressioni su questo blog, ma se vi capita, per quanto può valere il mio suggerimento, andate ad ascoltare questo progetto di Giovanni Sollima dal vivo.

Buon Anno a tutti
Max De Aloe


GIOVANNI SOLLIMA PLAYS JIMI HENDRIX

2 commenti:

  1. Anch'io ho ascoltato Sollima dal vivo. E' veramente un musicista formidabile.
    Grazie per il post.
    YY

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  2. Sollima è bravissimo: soprattutto dal vivo. Sui CD non rende come nel live.
    baci a tutti
    jhonny

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