Per posta mi arrivano molti cd di jazz e una valangata di mail di musicisti che si propongono per il Festival Jazz di Gallarate. Un numero spropositato, neanche fossimo Montreux o Umbria Jazz o il meraviglioso e ricco festival dell’Aia. Cerco di rispondere a tutti e soprattutto ascolto, insieme ad altri amici del Centro Espressione Musicale, il materiale che ci arriva. Purtroppo il festival di Gallarate, per quanta cura, amore e passione ci si metta ad organizzarlo ha soltanto tre serate l’anno. Percui gli esclusi sono tanti, troppi purtroppo.
Tra i cd mi è arrivato nei mesi scorsi “On cue”, opera prima di un trio di Lugano i Q3. La prima cosa che mi colpisce è la grafica del cd, moderna, accattivante, studiata nei particolari che rispecchia la stessa idea del sito. Una novità, in quanto il design dei cd e dei siti nel mondo del jazz spesso lascia a desiderare. Negli ultimissimi anni la cosa è migliorata ma penso che nei cd di jazz italiano ci siano le peggiori copertine della storia della musica. Tra i primi posti dell’orrido, e non mi vergogno a dirlo, il mio cd cofirmato in trio con Massimo Moriconi e Mike Melillo dedicato a Matt Dennis e Bruno Martino (e la sostanza musicale non è molto meglio….).
Ascolto “On cue” e scopro una freschezza musicale e una modernità nella scelta dei suoni e del modo di proporsi verso l’idea del jazz targato terzo millennio. Se analizzati singolarmente i musicisti non sono certo dei grandi virtuosi (per fortuna!! sono troppo stanco di tutti quelli che vogliono mettere in un brano tutto quello che sanno fare) ma l’insieme è molto interessante. Si sente che c’è la tradizione del jazz ma anche l’amore per il “drum and bass”, per le sonorità funky rock anni ’70, per la musica che arriva dal Nord Europa e chissà quant’altro.
Ci faccio un pensierino, ma sento la necessità di andarli ad ascoltare dal vivo.
Tra le date del loro sito vengo incuriosito da un concerto al Teatro di Chiasso. I Q3 mettono in scena la musicazione di un film muto dal titolo “Nanuk l’eschimese” . Ci scriviamo per mail con il batterista Brian. Parto con il mio amico Gigi alla volta di Chiasso. Ma Chiasso è in Italia o già in Svizzera? Gigi mi rassicura che è già in Svizzera. E’ vero mi dico, ci andavo a comprare il tabacco per la pipa. Vabbè, ma questo poco conta. Anche se a me la dogana mette sempre ansia!!! Sarà per i dognanieri. Un po’ come tutte le divise. Persino i metronotte. Alla mia ignoranza geografica si aggiunge quella topografica di Gigi che fa tanto l’esperto di Chiasso (sarà per certi localini appena dopo confine?) ma in realtà mi porta in un paesino che non c’entra una mazza. Chiediamo a una Svizzerotta che ci indica la strada (solite battute sull’accento e altro che è meglio tralasciare!!!).
Arriviamo in teatro e veniamo sorpresi da un pubblico eterogeneo tra cui molti giovani e giovanissimi che si leggono il programma di sala (ma come? Giovanardi l’altro giorno in tv diceva che i giovani sono tutti in giro a fare le stragi sulle strade e ad ubriacarsi e a fare i filmati con i videofonini?). Anch’ io e Gigi leggiamo il programma di sala e, ignoranti come capre, scopriamo che Nanuk l’eschimese (Nanook of the North) del 1922, del regista statunitense Robert Flaherty, è il primo esempio di cinema documentario che ottenne un successo mondiale ed ebbe una profonda influenza sulla storia del cinema. E noi, caro Gigi, che al massimo eravano arrivati a “Giovannona Coscialunga disonorata con onore” (Edwige Fenech e Pippo Franco, regia di Sergio Martino, 1973 e scusate se è poco!!!)? Si è vero anche quel film ebbe un’influenza non sulla storia del cinema ma di molti adolescenti italiani.
Torniamo al concerto. La curatrice della rassegna introduce lo spettacolo. Brava, poche parole che già mi aspettavo la sbrodolata sul film muto con tutte le ripercussioni sui registi a venire, sull’uso delle camere, dei pianosequenza, del montaggio, delle cineteche nel Canton Ticino e Mendrisiotto, eccetera, eccetera.
Entrano i musicisti sul palco. “Cazzo sono giovanissimi”, dice Gigi. “Cazzo, veramente”, dico io.
Il pianista ha anche le infradito. Mitico!
Documentario e musica partono. Ottanta minuti di poesia. Questo documentario su questa famiglia di eschimesi è meraviglioso con dei momenti di tenerezza e ironia che è difficile trovare. Nanuk l’eschimese diventa subito l’eroe della storia. Ci riporta alle storie di Tarzan (quello epico con Johann Weissmuller, il tarzan campione di nuoto), alla delicatezza dei trucchi magici di Houdini, ai sorrisi di Charlie Chaplin (o almeno è quello che passa per la mia testa). E la musica scorre con grande sicurezza. Anche senza un orecchio attento e critico è evidente come i giovani tre fratelli abbiamo lavorato con grande dedizione e amore alle musiche sulla pellicola.
Simon Quinn al contrabbasso (18 anni, e quando ha registrato il cd, due anni fa, ne aveva 16!!!!!), Nolan Quinn alla tromba, flicorno, basso tuba, live electronics, pianoforte e piano fender (20 anni) Brian Michael Quinn alla batteria e vibrafono (25 anni). Ma quello che stupisce non è solo l’età di per se stessa ma è quanto questo gruppo suoni bene e quanta profondità e sensibilità ci siano in queste musiche. Sicuramente Nanuk e Q3 per quanto sarà nei miei poteri si rifarà nel prossimo festival di Gallarate (in programma il 5,6 e 7 ottobre 2007) ma soprattutto io sono diventato un vero fan dei Q3. Alla faccia di Giovanardi.
No dai Gigi, non possiamo proporre “Giovannona Coscialunga disonorata con onore” con le musiche dei Q3. J
Ah, dimenticavo : http://www.qtrio.ch/
Max De Aloe
Spe tac co la re!!!!
RispondiEliminaVoglio vederlo il concerto in sottofondo a giovannona coscialunga
coi musicisti che rimangono girati verso lo schermo!!!!
Vuoi mettere? di sicuro non avresti problemi di scarsità di saliva mentre suoni l'armonica.
P.S.: commento al commento di Dido nell'altro post. Ovviamente Dido si droga!
E' bello che un direttore artistico di un festival vada a scovare le formazioni da mettere in cartellone. Dovrebbero fare tutti così. Invece non lo fanno quasi mai. Meglio ancora se il direttotre di un festival è un bravo e preparato musicista come te. Ci vorrebbero più Gallarate Jazz Festival.
RispondiEliminaSandro, un aspirante musicista
Ho visto lo spettacolo "Por la vida" con le musiche di max de aloe: suggestivo e toccante. Ho visto che suonerà anche in un nuovo spettacolo teatrale dal titolo "Morte accidentale di una lady", ci sarò e spero che sia altrettanto bello. a presto, Alberto F. - Legnano -
RispondiEliminaHo visto l'articolo con intervista che ti hanno fatto su jazzmagazine di maggio. Complimenti e buona musica.
RispondiEliminaSandro
Conosco i Q3 e purtroppo la sera del concerto con proiezione di Nanuk ero a Zurigo. Occupandomi di cinema, essendo rimasto folgorato dal film di Flaherty quando tempo fa lo vidi alla cineteca di Bologna, annoverandomi fra i fans della band, be', è facile capire quanto mi è pianto il cuore non poter esserci quella sera.
RispondiEliminaMi fa però un piacere immenso leggere queste righe, prima di tutto perché ho scoperto un blog a me sconosciuto scritto assai bene, secondariamente perché si ventila l'ipotesi di vedere nuovamente su di un palco i Q3 e l'eschimese... attendo impaziente!
Sono un amante del cinema. Ho visto il documentario nanook, è veramente un pezzo di storia importante del cinema. ma quanto ci sarà questa proiezione musicata? Comunque bella iniziativa, un elegio ai fratelli Q3.
RispondiEliminaMr. XY
Ecco il punto di vista nostro - "da dentro" il progetto Nanuk l'eschimese:
RispondiEliminaper questo documentario abbiamo scelto di comporre ex novo ottanta minuti di musica originale, non riciclando alcunché del nostro repertorio abituale, tuttavia allargando lo spettro timbrico del trio con l’aggiunta di ulteriori strumenti: fra gli altri il flicorno, il basso tuba, il vibrafono e il pianoforte. A tratti abbiamo mantenuto le ritmiche e sonorità drum’n’bass, nonché la consueta implicita strizzatina d’occhio, a nostro avviso le caratteristiche principali della nostra musica. Considerato il valore sia artistico che storico della pellicola, questa nuova colonna sonora è stata da principio volutamente impostata come commento musicale all’immagine, con - come unica pretesa - la volontà di sostenere o addirittura esaltare le emozioni innescate dalle straordinarie inquadrature. Di conseguenza ne è risultata una sequenza di temi con funzione quasi didascalica, meticolosamente organizzati in un’architettura precisa che intende esplicitare quella data da Flaherty al proprio film.
Max è uno 'spirito libero' che ricerca e segue semplicemente quello che gli piace: i Q³ sono giovanissimi? Bene - intanto è la musica che conta e che gli piace. E avendo valutato che questa fosse in qualche modo valida, ci ha ingaggiato presso Gallarate Jazz. Per un gruppetto di jazzisti semi-sconosciuti agli esordi, questo è un grande onore e una grande opportunità. Di nuovo: grazie Max!
Stiamo lavorando su un'incisione della nostra colonna sonora che desideriamo pubblicare nel 2008, forse insieme al film. Intanto continuano le repliche dal vivo: vedi www.qtrio.ch