5 agosto 2007

Ascoltare Dino Saluzzi, il maestro del bandoneon, è sempre un emozione grande. Sono in tanti a pensare che ormai da anni il settanduenne argentino sia il più rappresentativo bandoneonista al mondo. Un musicista che sa affascinare per la sua personalissima ricerca armonica, capace di dare al suo strumento la dignità della tradizione non solo del tango ma di molta musica folclorica argentina miscelata con un gusto e una ricerca musicale di stampo jazzistico. Un musicista capace di mettere in crisi i critici perché in grado di coniugare la musica folclorica e la musica cosiddetta colta, il jazz e le avanguardie, senza cadere in quello che ci si aspetterebbe da un bandoneonista: il tango. Suggerisco in queste pagine l’ascolto dell’ultimo cd che Timoteo “Dino” Saluzzi ha realizzato per la prestigiosa ECM. Un sodalizio che dura con l’etichetta di Manfred Eicher da più di venticinque anni. In questo Juan Condori lo troviamo nuovamente alla testa della “Saluzzi family”, il gruppo che vede il figlio José Maria alla chitarra, Matias (nipote? ) al basso elettrico e contrabbasso, il fratello Felix “Cuchara” al sax tenore, soprano e al clarinetto. Piacevolissima sorpresa la presenza del batterista italiano U.T. Ghandi alla batteria e percussioni. Una sorpresa ben meritata da un musicista che si è messo in luce più di dieci anni fa con la fortunata formazione di Enrico Rava, l’ electric five, e che è sempre stato capace d’intessere cd e progetti musicali d’intenso spessore. Tornando a “Juan Condori” è una musica che vi suggerisco per i momenti di grande relax da abbinare a una grappa di barbera, lasciandosi cullare dalla poesia di questo grande artista. Da evitare più che mai per questo cd l’ascolto in auto. Basterebbe la solo introduzione di “bandoneon solo” del primo brano, “La vueltas de Pedro Orillas” a giustificare i 20 euro spesi per il cd. Non ho ascoltato certo tutti i suoi cd ma mi permetto di suggerirvi anche l’ascolto di “Citè de la Musique” del 1997, in trio con Marc Johnson al contrabbasso e sempre suo figlio Josè alla chitarra (meraviglioso il brano “Introduccion y milonga del Ausente”), oltre a “Once upon a time – Far away in the south” del 1986 con Palle Mikkelborg alla tromba e flicorno, Charlie Haden al contrabbasso e Pierre Favre alle percussioni. Da non perdere anche “Volver” (1986) con Enrico Rava alla tromba, Furio Di Castri al contrabbasso, Bruce Ditmas alla batteria e Harry Pepl alla chitarra. Ascoltare poi Dino Saluzzi dal vivo è quasi commuovente. Almeno questo è quello che mi è successo quando ho ascoltato, insieme a non più di conquanta persone, al teatro Dal Verme di Milano un trio particolarissimo con Dino Saluzzi e i pianisti Gorge Gruntz e Thierry Lang.

Aspetto anche i vostri suggerimenti, buon ascolto, Max De Aloe

6 commenti:

  1. Bravo Max!
    Dino è veramente grande. Lo ascoltai proprio con la band di George Gruntz, non ricordo esattamente dove, forse a Basilea o a Lucerna...ma poco importa! Quandi salì sul palco con quel faccione buono, ma sul quale potevi leggere un milione di esperienze di vita vera,sapevo già in cuor mio che avrei ascoltato qualcosa di straordinario.Infatti non appena posò le ditone su quegli strani tastini quasi messi lì a casaccio,mi scese la prima lacrimuccia.La band era fantastica ma avevo orecchie solo per Dino.
    Ad esempio lui è uno di quelli che dovrebbe venire più spesso da noi, invece siamo costretti a cercarlo col lanternino.Anche se non lo conosco personalmente gli voglio bene, come volevo bene a Dexter o a Ella, a questi strani zii d'America...che ci vengono a trovare qualche volta e ci regalano cose senza prezzo.
    Mi permetto di consigliarti un giovane bandoneonista argentino, ma che vive a Berna, Michael Zisman.
    Lo puoi ascoltare sul disco di Franco Ambrosetti "LIQUID GARDENS" inciso per la ENJA, in cui suona un interludio da solo veramente incredibile, poi ha registrato altre cose con suo padre, violinista,ma è nei suoi progetti che viene fuori tutta la sua arte.
    E' argentino fino al midollo ma conosce il linguaggio e le armonie del jazz come le sue tasche, e crea un'atmosfera realmente particolare.Buona notte e buona caccia,

    Eddie Fragolino

    RispondiElimina
  2. Ciao Max, come stai? Grazie ancora per la musica l'altra sera!
    Adam è rimasto affascinato dal modo in cui hai suonato la sua ballad e ne ha parlato per buona parte del viaggio a Bologna.
    Mi unisco all'amico Fragolino nel cantare le lodi, ovviamente di Dino Saluzzi che adoro, ma anche di Zisman con cui ho registrato proprio il disco di cui lui parla:
    Liquid Gardens di Ambrosetti. Con noi suonano Daniel Humair, Sebastien Boisseau( bassista da tener d'occhio )e Gianluca Ambrosetti al soprano.Zisman è proprio forte forte e se non riesci a trovare nulla di lui dimmelo che ti procuro delle cose.
    Ti abbraccio e spero di rivederti presto e se suoniamo, stavolta facciamo accordare il piano a 442!
    Ciao, Dado

    RispondiElimina
  3. Un grazie al nostro Eddie Fragolino ma un grazie soprattutto a Dado Moroni. E' proprio vero Dino Saluzzi ricorda un po' Dexter, Ella ma anche James Moody, Hank Jones, Dizzy e chissà quanti altri "grandi" che come dice Eddie "regalano cose senza prezzo". Caro Dado sono io che ringrazio te per la bella opportunità che ho avuto di suonare con te, Riccardo e Adam Nussbaum. Siete persone fantastiche che amano la vita e la musica e questo è tutto. Ed è tanto.
    E' vero, anche il giorno dopo quando Adam è venuto a cena da me mi ha detto più volte che gli è piaciuta la sua ballad suonata con l'armonica. E questo non può che avermi fatto molto piacere. Ma la serata è andata avanti con consigli sul giardinaggio, racconti sul jazz, ricette di cucina, vino, molto vino. Dissertazioni sulla figuraccia di jarrett ad Umbria Jazz. Peccato non c'eravate.
    Settimana prossima andrò a NY per una decina di giorni e andrò a sentirlo al Birdland con James Moody e poi mi riprometto di andare alla caccia di questo Zisman.
    Alla prossima caro Dado per una nuova avventura.
    Max

    RispondiElimina
  4. Caro Max,ti raccomando di abbracciarmi forte forte James Moody!Ha 82 anni portati benissimo e ancora oggi è il più moderno tenorista che ci sia in giro.Studia come un pazzo e suona come fosse un ragazzino.Se vuoi far tardi e sentire comunque buona musica và allo SMALL'S sulla 10th st e 7th avenue oppure allo SMOKE, Broadway e 107th st.Se vuoi sentire sapori un pò diversi và al
    S.O.B.'s sulla Varick e Carmine,credo.
    Buon viaggio e a presto.
    Dado

    RispondiElimina
  5. Ehi Max, lascia perdere il nostro amico Dado...sei a New York, for Christ's sake! ( che non è la bevanda giapponese preferita da Gesù )Và dove cavolo vuoi!!! Piuttosto và a papparti una bella bisteccona da "Gallagher's", poi a panza piena decidi.

    Eddie Fragolino

    RispondiElimina
  6. Ho ascoltato il concerto con Adam Nussbaum, Dado, Max e Riccardo a Cardano al Campo. Magistrale. Bellissimo. Ma il brano che avete suonato in quartetto, quello presentato da Adam Nussbaum, come si chiama? Forse è la sua ballad di cui avete scritto, ma l'avete mai registata? E' bellissima, dove la posso trovare?
    Andrea

    RispondiElimina

Archivio blog