25 dicembre 2008

UTO UGHI VERSUS GIOVANNI ALLEVI

Ciao a tutti. Riporto per intero l'intervista fatta al grande violinista Uto Ughi uscita su "LA STAMPA" di mercoledì 24 dicembre 2008.
Il nostro Uto Ughi non c'è andato leggero. E che i fans del pianista riccioluto che compone durante le crisi di panico non ne abbiano male. E' solo invidia. Anche Uto Ughi vorrebbe dei riccioli così :-)

UTO UGHI "Il successo di Allevi? Mi offende"


«Presuntuoso e mai originale»
di SANDRO CAPPELLETTO

Che spettacolo desolante! Vedere le massime autorità dello Stato osannare questo modestissimo musicista. Il più ridicolo era l’onorevole Fini, mancava poco si buttasse in ginocchio davanti al divo». Uto Ughi non ha troppo apprezzato il concerto natalizio promosso dal Senato della Repubblica che ha avuto come protagonista il pianista Giovanni Allevi. Il nostro violinista lo ha ascoltato - «fino alla fine, incredulo» - dalla sua casa di Busto Arsizio e ne è rimasto «offeso come musicista. Pianista? Ma lui si crede anche compositore, filosofo, poeta, scrittore. La cosa che più mi dà fastidio è l’investimento mediatico che è stato fatto su un interprete mai originale e privo del tutto di umiltà. Il suo successo è il termometro perfetto della situazione del Nostro Paese: prevalgono sempre le apparenze».

Che cosa più la infastidisce di Allevi: la sua musica, le sue parole? «Le composizioni sono musicalmente risibili e questa modestia di risultati viene accompagnata da dichiarazioni che esaltano la presunta originalità dell’interprete. Se cita dei grandi pianisti del passato, lo fa per rimarcare che a differenza di loro lui è "anche" un compositore. Così offende le interpretazioni davvero grandi: lui è un nano in confronto a Horowitz, a Rubinstein. Ma anche rispetto a Modugno e a Mina. Questo deve essere chiaro».

Come definire la sua musica? «Un collage furbescamente messo insieme. Nulla di nuovo. Il suo successo è una conseguenza del trionfo del relativismo: la scienza del nulla, come ha scritto Claudio Magris. Ma non bisogna stancarsi di ricordare che Beethoven non è Zucchero e Zucchero non è Beethoven. Ma Zucchero ha una personalità molto più riconoscibile di quella di Allevi».

C’è più dolore che rabbia nelle sue parole. «Mi fa molto male questo inquinamento della verità e del gusto. Trovo colpevole che le istituzioni dello Stato avvalorino un simile equivoco. Evidentemente i consulenti musicali del Senato della Repubblica sono persone di poco spessore. Tutto torna: è anche la modestia artistica e culturale di chi dirige alcuni dei nostri teatri d’opera, delle nostre associazioni musicali e di spettacolo a consentire lo spaventoso taglio alla cultura contenuto negli ultimi provvedimenti del governo. Interlocutori deboli rendono possibile ogni scempio, hanno armi spuntate per fronteggiarlo».

Che opinione ha di Allevi come esecutore? «In altri tempi non sarebbe stato ammesso al Conservatorio».

Lui si ritiene un erede e un profondo innovatore della tradizione classica. «Non ha alcun grado di parentela con la musica che chiamiamo classica, né con la vecchia né con la nuova. Questo è un equivoco intollerabile. E perfino nel suo campo, ci sono pianisti, cantanti, strumentisti, compositori assai più rilevanti di lui».

Però è un fenomeno mediatico e commerciale assai rilevante. «Si tratta di un’esaltazione collettiva e parossistica dietro alla quale agisce evidentemente un forte investimento di marketing. Mi sorprende che giornali autorevoli gli concedano spazio, spesso in modo acritico. Anche Andrea Bocelli ha un grande successo, ma non è mai presuntuoso quando parla di sé. Da musicista, conosce i propri limiti».

Allevi è giovane. Non vuole offrirgli qualche consiglio?
«Rifletta tre volte prima di parlare. Sia umile e prudente. Ma forse non è neppure il vero responsabile di quello che dice».

C’è un aspetto quasi messianico in alcune sue affermazioni, in questa autoinvestitura riguardo al proprio ruolo per il futuro della musica. «Lui si ritiene un profeta della nuova musica, parla come davvero lo fosse. Nuova? Ma per piacere!».

Ma come interpretare questo suo oscuro annuncio: «La mia musica avrà sulla musica classica lo stesso impatto che l'Islam sta avendo sulla civiltà occidentale?» «Evidentemente pensa che vinceranno Allevi e l’Islam. Vi prego, nessuno beva queste sciocchezze».

3 commenti:

  1. I'm back!
    Dalle fredde strade di New York, dove ormai mi sono quasi-permanentemente trasferito, ho saputo dello sfogo di Uto Ughi, musicista invidiato in tutto il mondo e qui, caro Max ti ringrazio, posso finalmente leggere la famigerata intervista. Yes, ma proprio yes!
    Personalmente non voglio parlare della musica di Allevi. Non m'interessa, non l'ascolto e pace.
    Che suoni e componga ciò che più gli aggrada e chi lo ama e compra i suoi dischi lo faccia tranquillamente con serenità...credetemi, sicuramente ci sono musicisti migliori di lui ma ne esistono anche tantissimi peggiori che nei vari campi hanno lo stesso successo se non ancor di più. E' la sua lingua che va fermata! Dice cose di cui si vergognerebbero anche Bach, Mozart, Beethoven & co. Della sua musica non mi frega niente ma mi offende ciò che dice e per come lo dice. Spero soltanto per lui che sia stato diagnosticato come incapace d'intendere e di volere per cui mi auguro che ripeta solo ciò che i suoi pr gli insegnano. Pappagallino Allevi. Se è così, perdoniamolo e tappiamo la bocca agli inventori di questo fenomeno, col cemento! Se invece è proprio il buon Giovanni in persona...allora dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa a:
    1) Il Vaticano, per essersi permesso di paragonarsi a San Francesco. Una bella scomunica no?

    2) Tutto l'Islam per aver detto che il suo impatto con la musica sarò paragonsbile a quello dell'Islam nella società occidentale. Forse una Fatwa?

    3) Tutti quei musicisti e artisti che lavorano seriamente da anni e che talvolta fanno fatica a mandare avanti una famiglia.

    4) Al pianoforte in generale.

    Personalmente l'unico impatto che vedo nella vita di Allevi è quello del suo magro sederino con la punta dei miei stivali presi in Colorado. Belli e con la punta in acciaio. Se qualcuno vuole unirsi...

    Il vostro Eddie Fragolino

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  2. Sempre grande il ns. Eddie concordo pienamente. Solo una cosa per il Bustocco Maestro: non vale la pena perder tempo dietro al Marchigiano ???maestro??? Lui è troppo grande per vedere simili spettacoli (di regime...) Poi ormai si sa... questa è la cultura che va nella ns. povera Italietta... Auguri a tutti.
    The Wizard

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  3. Grande Fragolino.
    Approvo, approvo

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