Mario Luzzato Fegiz è un illustre critico musicale. Il critico musicale del Corriere della Sera. Del più importante quotidiano italiano. Spesso lo si è visto alla televisione italiana ai dopofestival del Festival di Sanremo sorreggendo o criticando gli Al Bano e i Reitano di turno. Un critico noto per musicisti noti, come Al Bano e Reitano appunto. Abbiamo avuto il piacere di vederlo anche fare la parte del giurato a una trasmissione come Music Farm. Il reality dei cantanti (?!?!) Tutto normale, tutto in linea con la nostra televisione, con la nostra musica, con i nostri giornali.
Mercoledì 18 ottobre sulle pagine del Corriere della Sera Mario Luzzato Fegiz firma l’articolo dal titolo “Addio ad Andrea Parodi l’ indiano dei Tazenda”. Un articolo sulla morte di Andrea Parodi. Ne descrive le tappe più importanti della sua carriera ma a un certo punto dell’articolo c’è lo scivolone. Il copia-incolla non funziona e il nostro critico miscela parte della carriera di Andrea Parodi (senza peraltro citare la sua intensa collaborazione con Al di Meola) con la vita di Paolo Fresu. Ma come mai? Forse perché sardi entrambi? Insomma in una girandola di gaffe trascrivo fedelmente: “….Nel 2000 arrivò la nomination per il ‘Django D’Or’ francese come miglior musicista internazionale insieme a Keith Jarrett e Charlie Haden…..” e ancora prima ci sono parti della vita del trombettista sardo infilate nel coccodrillo del povero Parodi.
Chiunque volesse leggersi l’articolo può andare sul sito del Corriere della Sera ma vi avverto: gli articoli tratti dall’archivio costano 5 euro….
Max De Aloe
29 ottobre 2006
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An ecco! Ora capisco. Mi sembrava strano a me. E invece il collega insisteva. E io mi dicevo mo guarda che strano. Ora almeno il collega non insiste più. Chissà se almeno hanno pubblicato un errata corrige o due righettine di scuse. Ma. Chi lo sà.
RispondiEliminami sei venuto in mente, ora il critico Fegiz conduce un programma tutto suo su Radio2... nessuno ha mai innalzato un monumento ai critici, che ci vuoi fare, bisogna sopportarli...
RispondiEliminaAlessio
Fegiz lo ricordo solo in anni di gioventù. In una serata nebbiosa di lacrimogeni, ad un'entrata laterale di quello che allora era il Palatrussardi.
RispondiEliminaLui che entrava e noi fuori a premere per sfondare i cancelli di un concerto gratuito.(Quale concerto in fondo non era importante, nell'ebbrezza dell'esserci)
Un paio di gomitate credo di avergliele date alla faccia dei privilegi degli pseudo intellettuali.